Sui rebreather CCR
A partire dal 2008 STDA è stata la prima scuola e poi agenzia a livello internazionale, ad aver introdotto come standard nei corsi CCR avanzati la connessione 'volante' al bail-out di fondo e decompressive; negli anni in molti hanno poi cominciato a copiarlo. Nei fatti questo è solo un pezzo della configurazione che rientra in un sistema di insieme, relativo alle procedure di immersione contenute nei programmi STDA. Dal 2005 Marco Valenti ha cominciato a sviluppare piani decompressivi appositi per CCR arrivando ad inserire le metolodogie decompressive nei corsi STDA, nel range dei 0-130 metri.
Solo pochi e selezionati CCR vengono considerati da STDA. I CCR in questione devono avere:
- 2 display/elettroniche ridondanti (compresa l'alimentazione separata); nel caso di un display ed un HUD è obbligo avere un computer CCR 'stand alone'
- immissione manuale dell'ossigeno sul sacco espiratorio,
- sacchi polmone preferibilmente anteriori (non tassativo)
- bov (preferibilmente tipo Shrimp BOV IQsub - Golem Gear che consente il lavaggio inverso)
Attualmente STDA non propone corsi che prevedano decompressione con rebreather eCCR progettati con un solo display/elettronica e un HUD e/o con la valvola di immissione dell'ossigeno sul sacco inspiratorio.
La nostra opinione è che:
- sostenere che durante un'immersione con decompressione l'HUD sia sufficiente a gestire un'emergenza per la rottura dell'unica elettronica è una falsità che può solo aiutare il produttore a mantenere il costo del rebreather più basso;
- sostenere che un rebreather con la valvola di immissione dell'ossigeno sul sacco inspiratorio sia sicuro, è una falsità;
- sostenere che i sacchi polmoni posteriori abbiano lo stesso livello di sicurezza nella gestione delle emergenze e procedure di lavaggio del loop dei sacchi anteriori è un'altra falsità; questo concetto deve essere ben chiaro ad ogni istruttore CCR STDA e spiegato al corsista/utente CCR utilizzando l'apposita tabella comparativa STDA
Questi punti sono derivati dalla semplice constatazione di problematiche ed incidenti direttamente ed indirettamente osservati in acqua in tanti anni di corsi (dal 2005) ed immersioni che hanno evidenziato i problemi senza lasciare spazio a dubbi.
Ciò non esclude che in futuro miglioramenti nella progettazione possano portare a riconsiderare le cose.